A mia madre
Di Martina Manara L’ importanza di averti E’ che senza di te Vorrei tutto. L’importanza di parlarti E’ sapere che tra le frane Qualcuno resta di ronda Sul forte delle certezze. Io osservo il tuo impegno per vivere al meglio, Poiché tu ti sei arresa alla tragedia di questa Commedia e studi per recitarla regolarmente. Nel tuo trattato tuteli i più piccoli e mentre io Mi contorco, come un tuono rifratto, Contro il loro dolore Tu sei per tutti un tacito lampo di luce. Tu non hai lidi e il tuo sacrificio costante Ti porta più lungi del mio resistere Alle correnti, per infine caderci. Dal mio fronte di guerra tu sei L’amaro abbraccio di una causa Consolidata che non ho più voluto E perciò sparo indistintamente Al tutto e al niente. E così nell’esodo dei miei molti angeli Ricacciati da questa brughiera di aneliti Quando avrò dirimpetto il destino, Arriverai Tu e la tua arma Verbale Un rimbombo Un ruspare Di preposizioni. Con la tua ragione Saprai persuadere Il Paradiso Tornerai E sanerai il mio Polso slogato. Tu per me saresti pittrice di dadi Tu per me saresti critica accorta E voce astutamente spifferata Al vento, perché il tuo attacco Sorga con garbo dal suolo E la tua rabbia si svesta per gradi, Di strati sempre più caldi, Fino al cuore del vero. Tu sai credere a dispetto della Tua concretezza, e qui Mi appari magica. Tu per me scandiresti le sillabe Stenderesti sentenze Secondo il tuo essere Logicamente Sentimentale. Se comporrò in endecasillabi Un giorno, sarà solo per te.