Camilla Pagani

L’antropologia scientifica dei nostri giorni, direbbe Detienne,
“inventa” l’altro per il fatto stesso
di trascriverlo e di registrarlo, riducendo la sua parola
vivente e integrale alla materialità e alla logica di un testo.
Di qui quel “malinteso” costitutivo e strutturale che
caratterizza (come dice Anne-Christine Taylor intervistata
da Camilla Pagani nelle pagine finali del presente libro)
la pratica scientifica dell’antropologia.
Malinteso che rende appunto la scienza dell’uomo sempre di là da venire.